La Pianura Biellese è caratterizzata da paesaggi agrari ed ambienti insediativi fortemente differenziati, e si può dividere in due grandi aree.
Le Risaie: la pianura biellese fa parte della principale area di produzione risicola europea che, per esigenze agricole, viene allagata in primavera trasformandosi in un immenso specchio d’acqua di notevole effetto paesaggistico, che diventa un mare di verde al crescere del riso in estate, e di un intenso giallo oro all’inizio dell’autunno..
La Baraggia: un’ampia zona pianeggiante non insediata, leggermente rialzata rispetto alle circostanti piane agricole. La zona, per lo più arida, è caratterizzata da una enorme permeabilità del terreno e dallo scorrimento in profondità delle acque.
I comuni compresi in questa galleria sono: Benna, Borriana, Candelo, Castelletto Cervo, Cavaglià, Cerrione, Gaglianico, Gifflenga, Massazza, Mottalciata, Ponderano, Salussola, Sandigliano, Verrone, Villanova Biellese.
Ponderano, situato nella pianura appena fuori Biella, è un borgo che affonda le sue radici in una storia millenaria, arricchita da tracce di un passato che si lega persino all’epoca romana. Il toponimo stesso, secondo la tradizione, deriverebbe dal latino “pondere aurum” (pesare l’oro), suggerendo che qui potesse esserci un luogo di pesatura dell'oro estratto dalla vicina zona della Bessa. Nella parte più antica fa bella mostra di sé il Torrione che rappresenta ciò che rimane dell'antico castello distrutto da un incendio nel 1409. È una struttura affascinante, in mattoni e ciottoli di fiume, che mostra ancora le tracce degli ingressi originali (uno principale e uno secondario, oggi murato) e le feritoie per le catene dei ponti levatoi. Il Torrione fu soprannominato “Ciucarun” (campanile) perché ospitò per lungo tempo la campana maggiore del paese. Nei giardini pubblici accanto al Torrione si conserva una grossa macina in pietra, trasformata in fontana, che veniva utilizzata per liberare la canapa dalle fibre legnose ed era azionata da una ruota con pale mosse dalle acque della Roggia Molinara; la coltura e la filatura della canapa infatti hanno rappresentato fino all’inizio del XX secolo l’attività economica tradizionale del paese. La Chiesa di San Lorenzo Martire, ricostruita dopo l’incendio del 1409 sul sito del precedente edificio romanico, si presenta con una facciata barocca in mattoni a vista risalente al XVIII secolo. Il suo campanile, edificato tra il 1657 e il 1660, potrebbe aver inglobato i resti di una delle torri del castello.
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