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Valle Cervo

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Con i suoi 19 chilometri, la Valle Cervo è la seconda vallata del Biellese per lunghezza. È anche conosciuta come “Valle di Andorno”, ma per i Biellesi è la valle del Cervo, perché è l’impetuoso torrente che ne ha scolpito la storia e favorito lo sviluppo. La parte superiore della vallata è denominata “La Bursch”, che nell’antica parlata locale indicava la casa; si presenta spigolosa e aspra, offrendo segni evidenti dell’azione del manto glaciale. La vegetazione è composta da alberi di grande fusto quali i faggi ed i castagni, che offrono bellissimi scorci dai punti più panoramici. Nella parte bassa della vallata, sono ancora presenti i tanti stabilimenti industriali lungo il torrente.

 

I comuni della vallata sono:

Andorno Micca, Campiglia Cervo, Miagliano, Piedicavallo, Pralungo, Ronco Biellese, Rosazza, Sagliano Micca, Tavigliano, Ternengo, Tollegno, Zumaglia.

Complice una tranquilla e assolata giornata d’agosto, ci siamo dedicati a passeggiare su è giù per questa piccola frazione di Campiglia Cervo, oggi abitato da poche anime, ma che nel passato è stato un bel centro animato, con tanto di Circolo ricreativo presente fin dal 1912. L’edificio durante l’era fascista fu ceduto all “Istituto Scolastico Don Giovanni Lorenzo Vanni” per evitarne la temuta alienazione a favore dell’Opera Nazionale Dopolavoro (alla quale il circolo dovette comunque aderire). In questo periodo l’O.N.D. della Provincia di Vercelli organizzò gare ginniche e bandistiche, gite, convegni, sfilate folkloristiche e ad una di queste partecipò anche un gruppo di ragazze rialmossesi. Essa incoraggiava le escursioni, purché preventivamente autorizzate e corredate da una relazione scritta corredata di fotografie. Nel circolo (o “Dopolavoro”) era inoltre autorizzato il ballo, in determinati giorni, fino a mezzanotte. Dopo la Seconda Guerra Mondiale un decreto governativo stabiliva la trasformazione dell' O.N.D. in “Ente Nazionale Assistenza Lavoratori” o E.N.A.L. e dei dopolavori in “Centri Ricreativi Assistenza Lavoratori” o C.R.A.L. I rialmossesi continuarono comunque a parlare di circolo o di "Dopolavoro" e lo frequentavano la domenica o nelle serate d’apertura per giocare a carte o a tarocchi, bere qualche bicchiere, di tanto in tanto ballare ed anche per vedere la televisione, che pochissimi avevano in casa: i programmi popolari come “Lascia o raddoppia”, “Canzonissima” ecc. erano di grande richiamo. Col diminuire della popolazione, l'affermarsi di nuovi divertimenti, le difficoltà di reperire un gestore, l’attività del circolo andò scemando fino a cessare del tutto negli anni ‘70. Il locale fu chiuso e l’associazione sciolta. Passarono circa vent'anni prima che la popolazione la rifondasse come “Nuovo Circolo Rialmossese”, registrata a Biella il 10 maggio 1995, con finalità sociali, culturali, ricreative. La sede coincide con quella del circolo precedente, in fraz. Rialmosso 59, ceduta dall’ “Istituto Scolastico don Giovanni Lorenzo Vanni” in comodato trentennale dopo onerosi lavori di manutenzione finanziati con la vendita della sede della scuola. Ora il circolo apre solo in occasione di mostre, conferenze, incontri, grazie all’opera volontaria e gratuita dei soci. E proprio in un davanzale della finestrella del Circolo abbiamo trovato una vecchia cartolina con questi bei versi: ............................................................................................................................................................. “…seminascosto dai monti e dai boschi par che dorma Rialmosso, mentre per Lui il suo torrente mormora una preghiera: ritornate figli miei sparsi per il mondo! Deh! Ascoltate la mia preghiera, Ho bisogno di Voi per vivere, non lasciatemi morire! RITORNATE!”

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